Most za Beograd – Un ponte per Belgrado in terra di Bari

Associazione culturale di solidarietà con la popolazione jugoslava - via Abbrescia 97, 70121 BARI

mostzabeograd@alice.it   Codice Fiscale 93242490725


L'associazione opera per la diffusione di una cultura critica della guerra e il riavvicinamento tra i popoli con culture, etnie, religioni ed usanze diverse al fine di una equa e pacifica convivenza. Si impegna per la diffusione di un forte senso di solidarietà nei confronti della popolazione jugoslava e degli altri popoli vittime della guerra. Ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.

In particolare l'associazione:

- promuove, attraverso raccolte di fondi e donazioni iniziative di solidarietà nei confronti delle vittime della guerra nel campo sanitario, scolastico, alimentare e in ogni altro campo.
- promuove iniziative di sostegno a distanza di bambini jugoslavi
- promuove iniziative di gemellaggio tra enti locali italiani e jugoslavi, tra scuole italiane e jugoslave
- promuove scambi culturali e di amicizia verso il popolo jugoslavo
- promuove iniziative di conoscenza della storia e della cultura jugoslave

 

 

JASENOVAC

TOMBA di 19432 BAMBINE E BAMBINI

Mostra fotografica

28 maggio - 8 giugno 2007

Casa della Pace della Provincia di Milano

Via Ulisse Dini, 7 – Milano

(MM2 Abbiategrasso)

da lunedì a venerdì dalle 10 alle 17

sabato e domenica solo su prenotazione al tel.02-847477233

 

La mostra è stata realizzata da MOST ZA BEOGRAD - foto e testi forniti dal MUSEO DELLE VITTIME DEL GENOCIDIO DI BELGRADO e tradotti con la collaborazione della cattedra di serbo-croato dell'Università di Bari di cui è titolare la prof. Svetlana Stipcevic .

Organizzano:

Un Ponte per…, Via M. Pichi, 1 – Milano. milano@unponteper.it - www.unponteper.it - ccp 59927004, c/c n°100790 Banca Etica - ABI 05018 CAB 12100 CIN P

Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia - jugocoord@tiscali.it, www.cnj.it - Conto Bancoposta n.47595665, ABI 07601 CAB 01600 CIN F, intestato ad A. Krstic

Opera Nomadi - Sezione di Milano - Via De Pretis, 13 - 20129 Milano, Tel 0284891841 – 3393684212 - segreteria@operanomadimilano.org - www.operanomadimilano.org

Most Za Beograd – Un Ponte per Belgrado in Terra di Bari -Associazione culturale e di solidarietà con la popolazione jugoslava - Via Abbrescia 97, 70121 Bari - tel. 0805562663 - ccp n.13087754 - mostzabeograd@alice.it

Centro culturale multietnico LA TENDA - tel. 34038740815 - antonio.furlan@rcm.inet.it

 

Lunedì 28 maggio 2007

ore 18.00

Casa della Pace della Provincia di Milano

Jasenovac: il lato oscuro dell'Olocausto

 

Incontro pubblico

Saluti di

Irma Dioli , Assessora alla Pace, Partecipazione, Cooperazione Internazionale della Provincia di Milano

Francesca Corso , Assessora ai Diritti dei Bambini e delle Bambine della Provincia di Milano

Giansandro Barzaghi , Assessore all'istruzione e all'Edilizia Scolastica della Provincia di Milano

Aleksandra Jovanovic , console serbo a Milano

 

Interventi e relazioni

Andrea Catone , Most za Beograd (Bari)

Jovan Mirkovic , Museo delle vittime del genocidio di Belgrado

Giuseppe Zaccaria , giornalista de “La Stampa”

Maurizio Pagani , Opera Nomadi

Coordina

Jasmina Radivojevic , Un Ponte per …

Al termine degli interventi l'attrice Dijana Pavlovic leggerà la poesia “La Foiba” di Ivan Goran Kovacic, accompagnata dal musicista Jovica Jovic

 

Il Campo di concentramento di Jasenovac fu il più grande campo di concentramento costruito nei Balcani durante la seconda guerra mondiale, creato dallo Stato Indipendente di Croazia di Ante Pavelic, alleato dei nazi-fascisti. Si trova nei pressi dell'omonimo paese sulle rive del fiume Sava, ad un centinaio di chilometri a sud-est di Zagabria, vicino all'attuale confine croato-bosniaco. Venne edificato nel 1941 e funzionò fino al 22 aprile 1945. Vi trovarono la morte serbi, ebrei, zingari, musulmani e oppositori politici croati, ma soprattutto moltissimi bambini di età compresa fra i 3 mesi e i 14 anni. Le stime delle vittime degli Ustasha nel campo di Jasenovac variano da 60.000 al milione. Le più attendibili si aggirano sui 600.000 (Centro Simon Wiesental, Jad Washem). Una tra le efferatezze maggiori fu eseguita da Petar Brzica, studente di legge, che nella notte del 29 agosto 1942 (per scommessa) uccise 1360 prigionieri sgozzandoli con il "srbosjek" (tagliaserbo) e fu nominato "Re delle gole tagliate".

La mostra è suddivisa in 3 sezioni:

Lo stato del crimine allo specchio dei fatti : è illustrato lo Stato Indipendente della Croazia come stato del crimine organizzato e legalizzato

Jasenovac, tomba di 19.432 bambine e bambini: mostra, attraverso foto e documenti facsimile, l'inferno di Jasenovac e la strage dei bambini lì avvenuta

La luce dell'umanità nel buio del male : racconta attraverso le immagini e le parole, non solo la strage di bambini, ma anche l'azione umana, che ha portato le donne croate, capeggiate da Diana Budisavljević, a salvare i bambini serbi dal lager della morte.

Quando abbiamo deciso di prendere in prestito questa mostra, abbiamo pensato: cosa ci spinge veramente a farla vedere a Milano? La risposta non è stata né facile né banale. Il desiderio di promuovere e condividere la memoria comune europea affinché non accada mai più? Certamente. Vi è dell'altro però. Vi è il desiderio di affrontare un argomento che per decenni è stato considerato un tabù. Pensiamo che i tempi siano maturi. Pensiamo che, per quanto difficile, è sempre meglio dire la verità, cercare di capirla ed elaborarla. Perché la storia di Jasenovac è storia di tutti noi. Attraverso questa mostra sui bambini, vittime del campo di concentramento di Jasenovac, presentiamo un segmento della sofferenza del popolo serbo durante la Seconda guerra mondiale 1941-1945, nell'area dello Stato Indipendente della Croazia. Secondo le ricerche finora condotte nello Stato Indipendente della Croazia, che aveva anche dei campi di concentramento per bambini, hanno perso la vita 74.762 bambini fino ai 14 anni, a Jasenovac 19.432 bambini (11.888 serbi – 5.469 rom– 1.911 ebrei e 164 di altre etnie).

(… è una storia cancellata difficile da raccontare ed accettare)